Comuni: Soveria Mannelli.
Carte I.G.M. 1:50.000: Soveria Mannelli.
Difficoltà: E.
Altitudini: min m 773, max m 960.
Dislivelli (solo andata): m 187 in salita.
Tempi (solo andata): h. 1,00.
Acqua potabile: rifornirsi ai paesi.
Segnaletica: rari segni di vernice rossa.
Ultima verifica: gennaio 2008.
Chiarimenti toponomastici: “Soveria” potrebbe avere a che fare con la Sughera (che tuttavia non è un albero presente in zona). “Mannelli” potrebbe avere a che fare con i “mannisi” uno dei tanti nomi con cui venivano indicati i legnaioli (la manna è comunque una sostanza dal sapore dolce prodotta dall’orniello e un tempo raccolta quasi ovunque in Calabria).
Note: escursione resa un po’ complicata per l’orientamento a causa dei cambiamenti prodotti nella sentieristica dai tagli continui con apertura di stradine di esbosco. Si raccomanda di studiare bene il percorso prima di intraprenderlo (almeno sino a che non sarà seriamente segnalato).
Località di partenza: da Soveria prendere la strada provinciale per il Passo di Borboruso e per Coraci (quella che comunemente si utilizza per raggiungere la superstrada che congiunge Colosimi all’uscita autostradale di Altilia-Grimaldi). Lasciare l’auto subito prima dell’ultima casa di Soveria, prima del ponte su un ruscello che proviene dalla destra.
Percorso: subito dopo l’ultima casa dell’abitato di Soveria, sulla destra, girare dietro essa e imboccare un labile sentiero la cui entrata è nascosta da un arbusto. Il sentiero, molto stretto e con rovi nella prima parte, cammina a mezza costa in leggera salita sul lato destro della valletta risalendo il corso del ruscello Occhiorosso (in alternativa si può anche camminare sulla sponda del ruscello stesso), tra giovani ontani e castagni. Poco dopo si è costretti a salire un paio di metri sulla destra e a scendere poi a
sinistra (più sopra vi è una rudimentale baracchetta) per passare un fosso tributario laterale e salire sul lato opposto a intersecare una stradina. Imboccare quest’ultima sulla sinistra e scendere sul fondovalle principale attraversando il ruscello sul lato opposto (c’è un tubo ricoperto di terra che fa da ponte). Ci si trova su una stradina privata che proviene da sinistra (e, in quella direzione porta alla strada provinciale di provenienza poco più avanti del ponte ma il suo ingresso è sbarrato da un cancello). Imboccarla verso destra risalendo la valle alla sinistra del corso d’acqua (destra idrografica). Si passa sotto una pendice recentemente diboscata. C’è anche una minuscola casetta di pietre. La stradina continua tra molti sfasci compiuti dai camion e dalle ruspe. Dovrebbe compiere un largo giro verso destra per congiungersi al nostro percorso più in alto, ma noi preferiamo salire a sinistra, dopo la casetta di pietre, lungo le piste di esbosco in quella che pare una conca con antichi terrazzamenti sostenuti da resti di muretti a secco. Raggiunta la parte alta della conca tagliamo a destra e raggiungiamo il bosco di cerri, giovane ma davvero bello. Procedere ora su una stradina che taglia diagonalmente verso destra. Al bivio salire a sinistra tralasciando la diramazione che scende a destra (ma probabilmente va nella valletta dalla quale si proviene, più in alto). Dopo una serie di saliscendi si arriva in una zona pianeggiante con un ceduo di castagno e ginestre. Intersecare un’altra stradina e imboccarla verso destra. Un’altra ancora, da prendere sempre verso destra. Si giunge così nel punto poco sotto la cima di Monte San Tommaso dove arriva pure l’itinerario R1. In questo punto girare a sinistra salendo lungo la linea di massima pendenza sino alla panoramica cima dalla quale si scorge tutta la dorsale tra Monte Reventino, Serralta, Colle Santa Maria, Colle dei Manni.
Collegamenti e varianti: come ho detto, il ripetersi ciclico di tagli nel bosco ceduo (è chiaro che anticamente si trattava di un bosco d’alto fusto di castagni e di cerri) con l’apertura di sbancamenti e stradine, renderà sempre complicato l’orientamento se qualcuno non segnerà adeguatamente il percorso. Tuttavia, comprendendo bene sulla carta l’ubicazione della cima di Monte San Tommaso, si potrà variare a piacimento il percorso: tenere conto che il primo tratto del percorso deve necessariamente risalire la valletta con ruscello ad andamento da nord-nordest verso sud-sudest che divide il costone dove è sito l’abitato di San Tommaso (sulla destra di chi procede) da quello che sale nella direzione inversa al monte omonimo (sulla sinistra di chi procede). Quindi, per raggiungere la cima basterà seguire a piacimento e sin dove è possibile la valletta per poi salire, liberamente o lungo una delle
tante piste di esbosco, a sinistra verso il costone.
Possibilità di altre pratiche sportive: nessuna.
Itinerario tratto da Il Parco del Reventino di Francesco Bevilacqua