ingredienti:
Pulite, lavate e fate scottare la trippa e il centopezzi in acqua salata con l’aggiunta di una foglia di alloro; poi levate e riducete a strisce. Pulite e tagliate il cuore, fegato e polmone a pezzi. Tagliate il grasso a pezzettini, mettetelo in un tegame sul fuoco e fatelo sciogliere, aggiungete la trippa e le frattaglie, fate rosolare il tutto per qualche minuto; poi, versate il vino rosso, mescolate e fate evaporare. Diluite il concentrato di pomodoro con dell’acqua calda e versatelo nel tegame, aggiungete i peperoncini tagliati e privati dai semi, una foglia d’alloro e un pizzico d’origano. Salate e fate cuocere per circa un’ora aiutandovi con dell’acqua calda se necessario. Acottura ultimata, levate il tegame dal fuoco e fate riposare. Intanto prendete la pitta, tagliate le porzioni che vi servono e apritele. Aggiungete al morseddu un’altra spolverata d’origano, mescolate e con un mestolo prendetene una parte e versatela dentro i pezzi di pitta aperti, richiudeteli e servite.
N.B. Al morseddu più tradizionale, oltre alle frattaglie, venivano aggiunti anche pezzi di carne ricavati dalla scarnificazione della testa del vitello. Oggi viene spesso preparato solo con la trippa.
Ricetta tratta dal volume di Grazia Furferi La cucina calabrese (Rubbettino)